Famiglia mezzadrile

La mezzadria era unistituzione antica che traeva origine dai rapporti feudali, protrattasi in alcune regioni italiane fino agli anni ’80 del secolo scorso. Essa non era soltanto un contratto agrario, ma un rapporto sociale molto complesso.

La mezzadria (da un termine derivante dal latino tardo che indica “colui che divide a metà”) è un contratto agrario d’associazione con il quale un proprietario di terreni (chiamato concedente) e un coltivatore (mezzadro) si dividono (generalmente a metà) i prodotti e gli utili di un’azienda agricola (podere). Il comando dell’azienda spetta al concedente. Nel contratto di mezzadria, il mezzadro rappresenta anche la sua famiglia e la fa diventare famiglia mezzadrile o colonica, o meglio “comunione tacita familiare nell’esercizio dellagricoltura“, una sorta di famiglia allargata, comprendendo tutti coloro che, stabilmente conviventi, risultavano addetti al lavoro del podere.

Nei criteri di divisione del reddito prodotto vi era proporzionalità rispetto all’effettivo apporto di lavoro, secondo schemi aritmetici tra la capacità media dell’uomo, della donna, del fanciullo. Era un sistema più equo del criterio della divisione in parti uguali fra fratelli, che conduceva a sperequazioni, potendo accadere che al fratello con famiglia numerosa toccasse la stessa quota di un fratello scapolo o ad annose e laceranti questioni di successione.

Il criterio di ripartizione era detto a “bocca e braccia”, espressione che coglie con immediatezza l’obiettivo delle esigenze di alimentazione e della capacità di lavoro.

Ecco alcuni rapporti teorici indicati da Arrigo Serpieri, che fu il maggiore scienziato agrario italiano del primo Novecento:

Valori di equivalenza delle bocche

  • unità di misura uomo dai 18  anni in su, pari a 3/3
  • donna dai 18 anni in su = 2/3 di uomo
  • uomo dai 15 anni ai 18 = 1/2 di uomo;
  • donna dai 15 anni ai 18 = 1/3 di uomo
  • uomo dai 12 anni ai 15 = 1/3 di donna, cioè 2/9 di uomo

Valori di equivalenza delle braccia

  • uomo dai 18 in su = 1/1;
  • donna dai 18 in su = 2/3 di uomo
  • uomo fino ai 18 anni = 1/3  donna

Questo era previsto dall’ordinamento giuridico dello Stato e negli usi e consuetudine fino al secondo dopo guerra, anche per le quote spettanti in caso di di successione.

La famiglia mezzadrile aveva una precisa organizzazione interna. Era guidata ed amministrata da un Capoccia, il quale teneva tutto in consegna (denari e derrate) ed a tutto provvedeva, non solo nei riguardi della disposizione dei lavori agricoli, ma anche degli acquisti necessari per l’intera comunità, senza obblighi di una regolare resa dei conti a fine anno. Egli contrattava le vendite dei generi eccedenti il fabbisogno della famiglia, curava la divisione dei raccolti con i proprietari del fondo e gli estranei alla famiglia, nonché tutte le altre necessità e previdenze, vantaggiose e di interesse alla famiglia.

Il Capoccia era coadiuvato per una serie di adempimenti della conduzione familiare dalla Massaia. Ella indirizzava l’andamento della casa, secondo la disponibilità e le possibilità che dal Capoccia erano messe a disposizione.

La funzione spettava di diritto alla donna maritata non perché più anziana di età, ma perché di più lunga appartenenza alla famiglia. Tale diritto passava da una all’altra tacitamente, in seguito al decesso della vecchia Massaia o a seguito di divisione della famiglia. La Massaia, nelle famiglie costituite da stirpi diverse, non era mai la moglie del Capoccia. 

Curava inoltre il pollaio, in relazione all’entità del podere ed in armonia alle disposizioni stabilite dal Capitolato colonico, utilizzando per l’allevamento i residui della cucina, della panificazione e degli scarti del granaio. Nell’allevamento del pollame, la Massaia aveva sovranità indiscussa e non era tenuta a rendere conto degli utili conseguiti neppure al Capoccia.

Però per questa particolare concessione, la Massaia doveva, a sue spese, provvedere al sale e al pepe indispensabili per gli ordinari condimenti del vitto, nonché al sapone per il bucato e all’acquisto di aghi e cotone per la cucitura e le riparazioni del vestiario di tutti. Il sale per la preparazione della conserva all’epoca della raccolta del pomodoro e quello per la salatura della carne suina era invece prerogativa del Capoccia.

Dopo le figure del Capoccia e della Massaia, rilevante era la figura del Bifolco o Stalliere, di solito un membro che aveva inclinazione verso la cura degli animali, era addetto alla custodia del bestiame e provvedeva alla somministrazione dei mangimi in dosi predefinite dette unità foraggere. Egli eseguiva i lavori nei quali era richiesta l’opera del bestiame, curava la concimaia, teneva in ordine i foraggi secchi, gli strami, le paglie, curava la pulizia dell’aia ed adiacenze. Il Bifolco teneva in suo aiuto uno o più giovani membri della famiglia.

Liberamente tratto da economiaefinanzaverde.it articolo di Ulderico Bisconti