Pasquella

La Pasquella è una tradizione sviluppata in molti paesi delle Marche (ma anche Umbria e Lazio). Prende il nome da una canzone tradizionale di origine contadina cantata la sera del 5 gennaio (o il 31 dicembre) da gruppi di “pasquellari” o “pasquellanti” che, accompagnati da strumenti musicali, portano di casa in casa l’annuncio della venuta del Messia, richiedono cibo e vino, augurano la buona sorte per l’anno venturo ed invitano a prepararsi alla Pasqua che si avvicina. Nel canto della Pasquella, ogni strofa può essere modificata a piacimento, allo stesso modo possono essere inserite infinite strofe nuove con mille varianti riferite a personaggi o fatti avvenuti nel paese in cui si canta, o riferite alla famiglia presso cui si sta cantando.

A seguire la versione montecosarese della Pasquella:

LA PASQUELLA

  1. Siamo giunti a lieto giorno
    in cui è nato il Redentore
    che patì per nostro amore
    nel Presepe cappannella
    e l’ anno nuovo e la Pasquella.
  2. San Giuseppe vecchierello
    portava il fuoco sotto il mantello
    per scallà lo Bambinello
    per scallà la faccia bella
    e l’anno nuovo e la Pasquella.
  3. La lo fiume del Giordano
    l’ acqua chiara diventa vino
    per lavà Gesù Bambino
    per lavà la faccia bella
    e l’anno nuovo e la Pasquella.
  4. I tre Re sono arrivati
    dal Bambino mediati
    ci portaron la novella
    ci portaron la novella
    e l’anno nuovo e la Pasquella.
  5. Questa lecca che voi ci’avete
    ve possa fa cento purchitti
    da Sant’ Antonio beneditti
    e da Maria la Verginella
    e l’anno nuovo e la Pasquella.
  6. Se ci’avete una sargiccetta
    non ce ‘mporta se piccoletta
    basta che stonca la padella
    basta che stonca la padella
    e l’anno nuovo e la Pasquella.
  7. Se ci’avete da regalarci
    fate presto in cortesia
    perché la notte se va via
    e si nasconde in ogni stella
    e l’ anno nuovo e la Pasquella
  8. Se ci date un bicchier di vino
    non ce’ mporta se genuino
    basta che scappa da la cannella
    basta che scappa da la cannella
    e l’ anno nuovo e la Pasquella.

*La strofa 4 va cantata solo il giorno dell’Epifania.
*La strofa 8 è stata aggiunta negli ultimi anni.

Si è risaliti al testo grazie alla testimonianza di: Lelli Nazzareno “Nazzarè de Lillo”, Berrettoni Quinto “Cacacciò”, Marcantoni Armando “Pelacello”, Regnicoli Giovanni “Nannì de lo scioperato”.

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