đźź Orientata verso Levante è da sempre la principale delle tre porte d’accesso al borgo, l’unica dalla fine dell’800, in seguito alla demolizione di Porta S. Lucia ubicata a settentrione. La struttura ci appare alquanto complessa ma ancor piĂą lo fu in passato, quantomeno fino al tempo in cui venne trasformata prima in residenza privata ed in seguito in dimora gesuitica. Risale a questa fase la perdita del coronamento sommitale merlato, dotato di beccatelli e caditoie per la difesa piombante e non v’è piĂą traccia neanche della cortina merlata che affiancava la torre portaia e ne ampliava la mole rendendola piĂą imponente.
A tale riguardo giunge in nostro soccorso un antico disegno, ricavato da un affresco del XVI secolo attribuito a Simone de Magistris e conservato all’intemo della vicina chiesa di S. Rocco. L’edificio si presenta oggi in fattezze duecentesche, con un finto fornice a sesto acuto molto sviluppato in altezza. La principale porta castellana era in effetti il biglietto da visita della comunitĂ e le raffinatezze architettoniche servivano sia ad esaltarne il valore che ad ostentarne il benessere.
E’ invece piĂą tardo il fornice intermedio a tutto sesto, giĂ dotato di portone e di probabile estrazione tre/quattrocentesca. Oltre che elegante, la porta era anche forte e sicura ed in aggiunta alle giĂ descritte difese attive dall’alto, era munita anche delle cosiddette difese passive. La prima consisteva nella saracinesca, pesantissima grata in ferro battuto manovrata dall’alto ed all’occorrenza fatta letteralmente precipitare lungo la sede di scorrimento; la seconda era invece costituita dal portone, possente manufatto in legno sprangato dall’interno con sbarre di chiusura anch’esse in ferro battuto. Nel XIX e XX secolo vennero eseguite ulteriori modifiche abitative che fusero Porta S. Lorenzo con l’attuale Palazzo Marinozzi (eredi della proprietĂ Gatti). Il risultato è un’interessante commistione tra l’eleganza severa dell’originaria struttura difensiva, l’austeritĂ dello stile gesuitico ed alcuni elementi funzionali che ingentiliscono il complesso.