Socializzante, altamente spassoso e goliardico, la cui finalità era quella di farsi grandi bevute, era l’antico gioco di carte chiamato il “Principe” che, in alcuni bar montecosaresi, è ancora praticato. Si danno 5 carte per ogni giocatore e chi ha il punteggio più alto diventa appunto “Principe”. Per vedere chi vince la “mano”, si fa riferimento alla primiera del gioco della “scopa”, anche se il punteggio massimo si ottiene quando si hanno 4 semi uguali (coppe, spade, denari, bastoni), il cosiddetto “goffo”. Si ordinano al barista vari bicchieri pieni di vino e “gazzosa” (attualmente birra). Il principe ha logicamente diritto di bere e per decidere chi altri debba bere con lui incarica un giocatore, sempre sotto la sua supervisione (a Montecosaro, al contrario di altri paesi, è possibile rifiutare la bevuta). Quelli che non bevono vengono chiamati “Impiccati” e generalmente sono soggetti a derisione. Il gioco dura ore ed ore fino a che il fisico regge (si allungava il vino, appunto, con la gassosa, per evitare di ubriacarsi troppo presto). Frequenti sono gli accordi fra giocatori per impiccare o far ubriacare qualcuno. Essendo Montecosaro un paese molto creativo, frequenti sono anche i cambi opportunistici di regole.
mi ricordo su manifesto di una gara di principe a montecò,
la scritta “regolala del tilone”
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