È un vino ripescato nella memoria, in quanto l’abitudine di prepararlo era quasi scomparsa. Oggi è fatto in casa in alcune zone dell’Anconetano, del Pesarese e del Maceratese. C’è chi lo prepara con il vino nuovo e chi con il vino maturo, in ogni caso la protagonista è la visciola, una ciliegia selvatica del genere Prunus cerasus, simile all’amarena. Alcuni lo ottengono facendo essiccare al sole le visciole, poi macinate e unite al vino dell’anno precedente. La miscela viene fatta rifermentare fino a raggiungere il gusto desiderato, bloccandola con l’aggiunta di alcol che serve anche per equilibrare l’alta presenza di zuccheri. Altri aggiungono lo sciroppo di visciole al mosto di vino rosso e, dopo una fermentazione non completa, lo aggiustano con alcol per equilibrare il gusto e garantirne l’invecchiamento. È un classico vino da dessert che ben si sposa ai dolci rustici della tradizione. È oggetto di omaggio come segno di ospitalità.