Scialle della nonna

Lo scialle è un accessorio che le donne hanno utilizzano da sempre. Inizialmente si usavano materiali pregiati, quindi erano poche le donne che potevano permetterselo. Man mano fu gradualmente sostituito da imitazioni economicamente più accessibili, specialmente alle donne di classe meno abbiente.

Con la lana, infatti, le nostre nonne cominciarono a confezionare un piccolo scialle che copriva le spalle e la parte superiore delle braccia, uno scialletto rotondo, di piccole dimensioni che doveva proteggere le spalle e nello stesso tempo consentire alle braccia di muoversi liberamente.

Lo scialle della nonna si lavorava all’uncinetto con la lana che era avanzata dopo aver realizzato vari capi. I colori, in genere, erano i più disparati, talvolta si faceva fatica ad accostarli perché stridevano tra loro e allora il primo lavoro da effettuare era quello di tentare le varie progressioni dei colori.

Poi, fatto questo, si poteva cominciare. Ci si muniva di un uncinetto e si iniziava lo scialle con la lana di cui si disponeva in minore quantità, perché i primi giri del capo sono meno lunghi. Si lavorava di fantasia, non solo per la lana ma anche per i punti: alto, basso, catenelle, ventaglietti più o meno fitti, pioppiolini. Si cominciava a realizzare il capo all’inizio dell’autunno , quando lavorare la lana era meno noioso e fastidioso in quanto le mani non sudavano e il lavoro, che via via diventava sempre più pesante, faceva piacere tenerlo sul grembo, in quanto attutiva il fresco delle serate.

Per Natale, in genere, lo scialle era bello e pronto. Le nonne la regalavano alle nipotine, le mamme alle figlie ed era forse l’unico regalo di Natale di quei tempi. Talvolta, quando non si disponeva di lana nuova rimasta inutilizzata, il capo veniva realizzato lo stesso, con la lana riciclata, che  proveniva da un maglione scucito perché vecchio o rovinato da qualche macchia o ormai dismesso perché di taglia, ormai piccola, per la bambina o il bambino che nel frattempo erano cresciuti.

Per potere realizzare il capo con lana riciclata bisognava prima scucire il capo, avvolgere la lana in una tavoletta di legno, lasciarla a bagno per una notte, farla asciugare e poi avvolgerla a gomitoli. A questo punto la lana sembrava nuova, tanto era liscia, ed era pronta per realizzare il caldo scialle, che avrebbe tenuto calde le spalle delle mamme e delle nonne, nel corso dei freddi pomeriggi e delle fredde serate d’inverno.

Caro vecchio scialle di una volta, servivi, eri decorativo dell’abbigliamento casalingo, davi un tocco di colore e, se ti realizzavano in lana bianca o rosa, venivi indossato prima di andare a letto, per proteggere le spalle dal freddo della notte.

Caro vecchio scialle della nonna, noi, che ti abbiamo usato, oggi ti abbiamo abbandonato, ma non dimenticato, perché non sei più necessario come un tempo, quando non c’era il riscaldamento nelle nostre case.

La sera, accanto al fuoco del camino o del focolare, anche gli uomini ti indossavano, per coprirsi le spalle e riscaldarle, dal momento che durante il giorno avevano sopportato il vento e la pioggia, in campagna, all’aperto, per il “padrone” , e non avevano smesso di lavorare per non perdere la “giornata”.

Liberamente tratto da un racconto di Francesca La Grutta