Cicerchia

La cicerchia è un legume e poco utilizzato all’interno della tradizione culinaria italiana, dal sapore particolare e dalla capacità di sopravvivenza in luoghi ambientalmente non adatti alla coltivazione. Attualmente esso sopravvive solo in alcune zone d’Italia, mentre viene largamente utilizzato in alcune regioni dell’Africa e dell’Asia che presentano difficoltà ambientali e sociali nella coltivazione. Il suo nome scientifico è Lathyrus sativus. E come già detto in precedenza è una coltura presente soprattutto in ambienti che soffrono particolarmente la siccità. Per quanto riguarda il suo consumo il fatto che in America venga coltivata come mangime per animali non la aiuta nella diffusione, specialmente per alcune diatribe che nei tempi passati l’hanno colpita per una sua presunta tossicità.

Essa infatti contiene un amminoacido, definito convenzionalmente ODAP che in alte concentrazioni viene ritenuto la causa di una particolare malattia detta neuro latirismo, che provoca la paralisi degli arti inferiori. Va detto però che alte concentrazioni di ODAP vengono riscontrate particolarmente in coltivazioni cresciute in posti estremi ad estreme condizioni ambientali e che con una adeguato risciacquo e messa a bagno, il legume è commestibile senza problemi.

I romani, dopo averla importata dal medio – oriente ne hanno fatto largo consumo per secoli e nel dopo guerra la cicerchia ha rappresentato per anni il maggiore sostentamento nutritivo delle famiglie marchigiane. La sua consumazione è andata in disuso in conseguenza del boom economico. La cicerchia rende molto bene in zuppe e minestre di vario genere, ma in passato era consumata anche sotto forma di farina.

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