Falerio dei Colli Ascolani

Nella provincia picena la coltivazione della vite risale a tempi remoti: secondo alcuni studiosi essa è anteriore alla conquista romana. La legge Giulia nel ’92 a.c. espropriò del territorio agricolo del territorio agricolo le popolazioni della valle del fiume Tenna. I veterani delle legioni di Cesare che vi si insediarono trovarono in tale area viti allevate con tecnica simile all’Etrusca. Al centro delle vie per “Asculum” e “Firmum” era proprio situata “Faleria Augusta”, opulenta città, cuore della produzione di ottime uve, tributaria all’annona di Roma per vino, grano, olio. Del Falerio è assai importante, secondo gli enologi, l’equilibrio. Qualcuno lo definisce una via di mezzo tra Verdicchio e Bianchello, ovviamente sul piano delle qualità organolettiche. Il disciplinare attribuisce al Trebbiano (in misura rilevante) la forza di questo vino, chiamando altri importanti vitigni (Pecorino, Passerina, Malvasia Toscana, Verdicchio, Pinot Bianco) a concorrere per una quota più modesta. La zona di produzione è compresa nel territorio collinare della provincia di Ascoli, con esclusione della fascia alto collinare, montana e dei fondo valle. Questa zona lambisce la provincia di Macerata fino a raggiungere il mare.

Vitigni
Il “Falerio” è ottenuto prevalentemente da uve trebbiano provenienti dagli ambienti pedoclimatici migliori del territorio piceno. Da qualche tempo si stanno reintegrando negli impianti iscritti all’albo vitigni autoctoni per offrire un carattere più prossimo alla tipologia ricordata nelle antiche memorie. L’uvaggio è composto dall’ 80% massimo di Trebbiano Toscano, cui si aggiunge un 25% massimo di uve dei vitigni autoctoni Pecorino e Passerina. Oltre a Verdicchio, Pinot Bianco e Malvasia Toscana che non può superare il 7%.

Età ottimale
E’ un vino da bere giovane, preferibilmente entro il primo anno di vita. Nelle esposizioni più vocate del territorio e nelle annate migliori il vino esprime caratteri stutturali e di serbevolezza molto importanti che si protraggono anche oltre i 24 mesi.

Calice e servizio
Questo vino necessita di un calice di media ampiezza, rastremato al bordo per convogliare i profumi primari ad una temperatura tra i 14° e i 16° C. Intorno al terzo anno di maturazione richiede un calice sferoidale affinchè raccolga e concentri le sottili emanazioni eteree.

Caratteri organolettici
Aspetto: Giallo paglierino tenue. Quando si anticipa la vendemmia per ottenere vino particolarmente fresco di profumi e vivace acidità si notano sfumature a tendenza verde.
Profumo: Fresco di pomacee verdi e fiori pallidi (Biancospino, Acacia, Pesco.)
Gusto: Morbido al primo incontro, volge al secco esaltato da fresca e stimolante acidità in equilibrio con gli alcoli. L’insieme olfattivo-saporifico-tattile soavemente si dilegua fra sottili, gradite percezioni pseudodolci e amare.
Grad. Alcolica: Complessiva minima 11,5°C.
Acidità totale: minimo 5 per mille.
Estratto secco: 16 per mille.

Abbinamento con cibi
Aperitivo stimolante a 8°C. Suadente con la fragranza salsoiodica di molluschi bivalvi vivi, di crostacei e cefalopodi al vapore. Il gusto muschiato del “moscardino” (piccolo polipo bianco) cotto nel chiuso di una pentola senz’ anqua nè condimento, emerege con la freschezza del Falerio. Impreziosisce la diafana “canocchia” (squilla mantis) scottata insieme a due foglie di alloro come usavano fare i pescatori sulle barche a vela. A 10° il Falerio offre un delizioso connubio al complessogusto delle olive verdi “tenera ascolana” saporosamente farcite, appena fritte. Va bene con cotture e condimenti semplici di animali di bassa corte, con sformati di verdure e di ortaggi a tendenza dolce. a 12°C assume sufficiente morbidezza per accostarsi a formaggi teneri, semigrassi, con moderata acidità.

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