Peroni Adriano – soldato

1894-1915 (soldato)

TENTATA INVANO L’ALPE VERSO LA TENACIA DELL’ARGONNA, VESTI’ LA CAMICIA ROSSA SOTTO IL GRIGIOVERDE E SUL GARIBALDINO COL DI LANA OFFERSE I SUOI VENT’ANNI AD UNA ITALIA REPUBBLICANA DI LIBERI E DI GIUSTI

La Sezione del P.R.I. di Montecosaro a ricordo ed esempio

Così venne ricordato in un articolo di un numero unico di un giornale di Macerata del 30 maggio 1925,  “NEL NOME D’ITALIA!” a cura della sezione provinciale “Filippo Corridoni”, dell’Associazione Nazionale Volontari di guerra

“Peroni Adriano, nato a Montecosaro il 3 aprile 1894, appartenente a quella forte e disciplinata famiglia dei lavoratori italiani, che tanto di se ha dato alla Patria, antepose l’amore profondo della sua terra che gli sedava l’anima ardita, ad ogni altro sentimento personale, che pur nelle sue stesse condizioni, avrebbe premuto in qualsiasi altro meno di lui eletto. Debole e convalescente per una grave operazione chirurgica subita al torace, fu riformato, ma l’anima sua di eroe che fremeva di sentirsi inchiodato all’inerzia mentre la Patria lanciava il suo appello a tutti i suoi figli migliori, gli additò come un’onta senza nome, la placida comodità della vita paesana a cui era condannato, gli sferzò il sangue rendendolo più gagliardo, ed in un sublime impeto giovanile, egli partì volontario per le Argonne: fu arrestato al confine e rimpatriato, ma il 13 giugno 1915 si arruolò volontario e venne assegnato al 52° Reggimento Fant., 13° Comp. Raggiungendo così il sogno già puro e più ardente della sua giovinezza.

Gli accordò il destino pochi giorni di quella vita ardimentosa di trincea, alla cui scuola l’anima già salda si temprò maggiormente e più chiara e luminosa gli apparve la meta da raggiungere: liberare le nostre terre irredente! Ricolmo il cuore di entusiasmo, e per il suo entusiasmo amato dai compagni e amato dai superiori, sotto il comando di Peppino Garibaldi prese parte all’azione di Col di Lana, ma il 22 ottobre 1915 il piombo nemico lo colpiva fiaccandogli il corpo e gettandolo, prigioniero inerme, nelle mani di quegli austriaci che aveva sognato fuggenti oltre le Alpi nostre. Nello stesso giorno, in un freddo ospedaletto da campo, privo dell’ultimo bacio materno, la morte lo gremì, prima che il sogno della sua giovane esistenza fosse raggiunto, ma quando già l’eroismo gli aveva cinto la pallida fronte di un’aureola immortale!”.

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