Nelle botteghe tradizionali di una volta si trovava di tutto: sale, zucchero, tabacchi, riso, pasta, conserva di pomodoro, “pitture“ di baccalà e di stoccafisso, acciughe sotto sale, tonno, aringhe, caramelle, confettini colorati, castagne secche, cannella, noce moscata, spago, quaderni, matite, carta oleata, sapone, bandella, filo da cucire, bottoni, aghi, petrolio e carburo per l’illuminazione, aspirine, purghe e pastiglie di potassio per il mal di gola e infinite altre cose.
Queste botteghe erano più o meno le stesse in tutti i paesi, avevano un grande bancone con sopra la rossa bilancia a due piatti, dietro il quale stava il bottegaio e molto spesso anche la moglie. I conti si facevano a matita sulla “carta gialla” e i contadini vi barattavano le uova o altri prodotti in cambio di baccalà o di sapone per il bucato e molto spesso si “segnava”, cioè si scriveva il dovuto su un libretto e si pagava a fine mese o dopo il raccolto.
Dalla community “La campagna appena ieri”