Lattaio

Quello del lattaio era un mestiere d’altri tempi, molto importante, molto faticoso. Aveva la pelle screpolata, escoriata dal freddo e dai lavori nei campi e nella stalla, ma aveva la forza di chi vive il lavoro come gioia di cominciare una nuova giornata, per quanto faticosa e dura da sostenere; aveva negli occhi, sferzati dalla tramontana, rossi, lacrimosi e socchiusi dal tempo, la serenità di un uomo che vive il senso immenso di una missione, quasi, di un dovere che è al primo posto tra i suoi valori.

Era solito arrivare, nei paesi o nelle città, fin dalle prime ore del mattino, con con la sua bicicletta sulla quale erano sistemati due grossi tini di alluminio pieni di latte appena munto, che portava direttamente a casa dei clienti o che vendeva per le strade dopo aver attirato l’attenzione.

Il latte appena munto era caldo. Si versava lentamente, generoso di bianco, morbido e di un profumo intenso, naturale, invogliante alla sete. Ma non essendo sterilizzato, in quanto proveniente direttamente dalla stalla, le donne di casa erano costrette a portarlo ad ebollizione, anche più volte.

Un altro tipo di lattaio era colui che, di primo mattino passava per le strade con il suo piccolo gregge di mucche e/o di capre e, su richiesta, mungeva gli animali al momento e vendeva il latte ai clienti che desideravano comprarlo.

Con il passare del tempo l’industria del latte si è fortemente sviluppata e l’affascinante e faticoso mestiere del lattaio, purtroppo, è scomparso.