In ogni racconto che si rispetti, dall’ottocento fino al grande boom economico, troveremo storie ambientate davanti a questo protagonista della vita contadina.
Il focolare era il vero centro motore della casa, soprattutto di campagna, di una volta. Senza di lui non ci si poteva scaldare, non si poteva cucinare e non ci si faceva compagnia. Il fuoco univa, nella miseria che imperversava in gran parte delle famiglie contadine. Davanti al fuoco, in una fredda serata invernale, il nonno raccontava le leggende di paese, tramandate di generazione in generazione.
Al calduccio, illuminati da un’enorme fiamma gialla, all’insegna della spensieratezza, nei momenti che seguivano la cena del sabato sera. Tra giovani, nelle brezza create dal rimescolo di liquori caserecci, si raccontavano racconti di paura o di fantasmi.
Il camino riusciva poi a restituirci la fiamma, da spento, il mattino successivo. Le donne si svegliavano di buon mattino, per poter riuscire a ravvivare il focolare in tempo per il risveglio dei figli. Si inginocchiavano davanti al grande camino, soffiando e soffiando e soffiando. Non dandosi per vinte di fronte alla riluttanza di quel mucchio di ciocchi, diventati ormai cenere, nel rilasciare altra fiamma calda. La donna in casa faceva tutto, vero monumento insostituibile della famiglia.